Grafica pubblicitaria nel Ventunesimo Secolo: evviva la creatività! di Carmelo Calò Carducci

11 ott 2017

La grafica pubblicitaria, quella che oggi aggressivamente ci spinge al consumo dai muri delle strade, ha origini lontane che risalgono alla seconda metà dell’Ottocento e a padri illustri. Bastano due nomi per tutti: Henry de Toulouse Lautrec, con i suoi esperimenti litografici a Parigi, e il livornese Leonetto Cappiello, che nella stessa capitale francese aveva il suo studio e che spesso viene indicato come il padre del manifesto pubblicitario murale.

Pubblicità d’artista, pubblicità che rischia, nel nostro Ventunesimo Secolo, di vedere soffocate le spinte creatrici degli artisti a tutto favore di pianificazioni promozionali spersonalizzanti.

Con molto piacere, perciò, si può oggi scoprire in Aguinaldo Perrone, avvocato e collezionista, un illustratore capace di coltivare un fertile estro individuale che, pur rispettando le necessità dei richiami del mondo commerciale, esalti una inventiva accattivante ed equilibrata, sorprendente e affascinante, colorata, con garbo e intelligente discrezione, nell’uso di due colori: il rosso e il blu, che rimandano – come matrice culturale non necessariamente conscia – alle invenzioni di Fortunato Depero, grande esponente del Futurismo.

Ancora allo stesso movimento di avanguardia appena citato e allen sue tavole parolibere si può avvicinare l’uso che Aguinaldo fa delle felici commistioni fra immagini e parole.

Ecco così esplodere e personalizzarsi le lettere V O V con mani e dita che scaturiscono da messaggi o li indicano; si compongono, infine, in una figura che allude a suggestioni antropomorfe.

Ecco ripetersi l’incantesimo con una crema cosmetica che si avvale, naturalmente, di simbologie femminili…

e poi con una tazzina di caffè il cui aroma fa pensare a un grande baffo; con un tubetto di dentifricio capace di strizzare l’occhio; con un compunto burlone che butta via un ombrello perché difeso da un impermeabile linearmente descritto come un grattacielo.

Non si può che sentirsi incoraggiati, nella forse non più utopica ricerca di dimensioni umane, dalle proposte e provocazioni artistiche di Aguinaldo… forse sarà possibile riscoprire un mistero arcano: la cosiddetta serietà del mondo economico, se rivestita di sorrisi e di equilibrata e divertente armonia, può meritare di essere ancora scelta e non subita.

Carmelo Calò Carducci