Ancora per pochi giorni sarà possibile visitare la mostra ispirata al mondo della pubblicità Aguin Disegni, 50 disegni a penna di Aguinaldo Perrone, presso la Torre Pelosa di Torre a Mare (Ba). Con uno stile essenziale e leggero come i tratti dei suoi disegni, Perrone, in arte Aguin, reintepreta il rapporto tra il mezzo pubblicitario e il prodotto-oggetto raffigurato, in chiave ingenua e immediata, lontano dai canoni della pubblicità moderna spesso autocompiacente e autoreferenziale, standardizzata dalle tecniche della grafica digitale.
Convinto assertore dell’ idea di democraticizzazione estetica insita nel concetto stesso di cartellone pubblicitario, Perrone trova ispirazione nella cartellonistica pubblicitaria degli anni ’30 e ’40, una vera forma di arte figurativa, opera di artisti eclettici, pittori e grafici allo stesso tempo. Proprio dalla lezione di artisti come Depero, Nizzoli e Dudovich discende la voglia di Perrone di comunicare; con i suoi schizzi dal sapore astrattista, il protagonismo del soggetto raffigurato. Nei suoi disegni tuttavia mancano la corposità e il volume delie forme espressive futuriste; predomina al contrario il sintetismo.
Non c’è pesantezza, nè impegno nella lettura, piuttosto un messaggio che deve poter essere colto da tutti. Un po’ come la Linea, il celebre personaggio immaginario creato dalia fervida mente di Osvaldo Cavandoli nel lontano ’69, per reclamizzare una nota marca di pentole a pressione, e che divenne presto celebre al punto da vivere di vita propria, svincolato dal contesto merceologico per il quale era stato creato.
Forse la chiave di lettura più efficace della grafica ingenua dei grandi cartellonisti è questa: la caffettiera, è vero, l’hai comprata. Ma ti è rimasta più impressa la caffettiera o l’omino coi baffi disegnato da Paul Campani? Nato a Bari nel 1967, Perrone inizia a disegnare sui banchi di scuola.
Autodidatta, sviluppa immediatamente un suo codice grafico, conservando fino ad oggi il suo talento e la sua passione per il disegno e lo stile post-moderno. La pubblicità televisiva degli anni ’60, con i suoi paradisi artificiali e i suoi nostalgici Caroselli, omini bianchi in pigiama a righe rosse e blu, sorrisi che reclamizzano tubetti di dentifricio e sbiancanti per lavatrice che sbiancano più del bianco, diventano presto i soggetti prediletti da Perrone. Con i suoi personaggi recupera la componente creativa e artistica del messaggio commerciale; riempie i suoi manifesti lunari di figure e oggetti stilizzati; alcuni marchi esistono, altri sono frutto di pura invenzione. Fuori da ogni ridondanza le linee seguono un andamento curvilineo, il tratto tende quasi all’astrazione formale. I 50 disegni e schizzi presentati in questa personale rappresentano appena un segmento dei 350 che compongono la vasta opera di Perrone, e per la prima volta vengono esposti al pubblico.
La sua mostra è un omaggio ad una delle forme contemporanee di comunicazione commerciale, la grafica, che più di ogni altra permette di appropriarsi metaforicamente delle cose e di farle entrare a far parte della propria esperienza. Perrone ne celebra i fasti evitando letture sociologiche e antichi cliché.
E’ un invito a fare un tuffo dentro una modernità d’altri tempi, con il rimpianto per un’ Italia che forse non esiste più.